5 febbraio 2008
Prima che il Senato desse il via libera alla possibilità del medico di denunciare i clandestini, l’opposizione si è appellata al “buonsenso” per non introdurre una norma che “riduce il medico a fare il delatore”, costringendo i clandestini a “non farsi curare per paura”. Venendo così contro ai più elementari diritti umani che vengono prima di quelli della cittadinanza. In particolare, il senatore Daniele Bosone, ha detto che questa norma “straccia il codice deontologico dei medici” e si corre “il concreto rischio di incentivare una medicina parallela che gli illegali utilizzeranno per non trovarsi ad essere denunciati se vanno in ospedale o da un medico”. Secondo Bosone, peraltro, il rischio che “clandestini con malattie che portano dal loro paese non si faranno curare” con conseguenze per la stessa sanità pubblica.
Segalini (Cei): «Noi non denunceremo nessuno». “Alla Chiesa competerà sempre di aiutare le persone in pericolo di vita. Le leggi sono votate secondo le regole della democrazia, ma noi continueremo ad aiutare poveri immigrati non regolari”. È quanto ha detto mons. Domenico Segalini, vescovo di Palestrina e Segretario della commissione Cei per le migrazioni, a commento del provvedimento approvato oggi dal Senato in base al quale i medici potranno denunciare gli immigrati clandestini che ricorrono alle cure mediche. E tuttavia anche su questa materia, secondo mons. Segalini è possibile “riaprire un dialogo con lo Stato per raggiungere una mediazione”.
“Il mio cuore di pastore – ha affermato ancora mons. Segalini – mi dice di aiutare chi è in difficoltà e non sono obbligato a denunciare nessuno”. Così “le indicazioni che daremo alle realtà di base sono quelle del rispetto delle leggi ma al di sopra di tutto c’è il rispetto della salute”, “continueremo a mettere al caldo i barboni” ha aggiunto. Quindi, ha spiegato il responsabile Cei per l’immigrazione, bisogna valutare in questo specifico frangente “oltre le strettezze delle leggi le capacità del cristiano”. È grave, ha spiegato mons. Segalini, che una persona in pericolo di vita “non vada a farsi assistere per paura di essere denunciato”. In quanto a ciò che sceglieranno di fare i medici, mons. Segalini ha osservato che “i medici aiutano le persone che soffrono” non so come faranno in questa situazione ” a difendere la loro professionalità”; “compito di un medico è quello di assistere chi soffre senza guardare ala religione, al colore della pelle o se è un condannato a morte”.
I medici cattolici: «Ribadiamo la nostra posizione contro». “Ribadiamo la nostra posizione contro” l’emendamento della Lega Nord, oggi approvato dall’Aula del Senato, che elimina il principio di non segnalazione dei clandestini da parte degli operatori del Ssn. A puntare il dito contro la misura è il presidente dei medici cattolici, Vincenzo Saraceni.