Al ritorno dall’esperienza dell’Agorà sento tanta gioia nel cuore. Siamo partiti nella gioia, come sempre è quando si è in compagnia, ma non ci aspettavamo di tornare con così tanta carica, con una bisaccia piena di doni: la moltitudine, un’organizzazione che ci ha fatto sentire importanti, le parole del Papa, lo stare insieme e conoscersi sempre di più.
Dopo un viaggio in pullman trascorso in serenità, tra canti e parole siamo arrivati/e a Loreto, abbiamo cominciato la strada con lo zaino sulle spalle, seguendo i tanti giovani arrivati prima di noi, tutti riconoscibili: cappellino, striscioni, magliette e grandi sorrisi di gioia. La strada non è stata molta, 6 km e il tempo era splendido, alla nostra destra vedevamo il Santuario di Loreto e, proseguendo, la collina che ci separava da Montorso. La gente delle case lì vicino era fuori a salutarci, a vedere questo colorato fiume di ragazzi pieni di entusiasmo e con lo zaino in spalla. Un chilometro dopo l’altro abbiamo intrapreso la salita che ci portava alla spianata, e lo spettacolo che si è aperto davanti a noi è stato emozionante! Una grande spianata, con un grande palco/altare nel centro e già molti, molti ragazzi e ragazze da ogni parte d’Italia.E poi tanta gente ed istituzioni mobilitate: i volontari dell’Agorà con la divisa gialla, la Croce Rossa, l’UNITALSI, le Forze dell’Ordine. L’Agorà ha funzionato bene anche grazie a questa operosa e sempre presente macchina organizzatrice.
Dopo esserci sistemati con stuoie e materassini anche noi di San Pietro e i ragazzi di Legnago, siamo entrati a pieno titolo in quest’avventura dell’Agorà, una piazza appunto dove nasce una festa di sguardi, dove, come dice l’inno: “giovani sognano, giovani cantano…”Un pomeriggio, il sabato trascorso nella festa, nella musica e nell’animazione (abbiamo ascoltato giovani artisti provenienti da ogni diocesi che hanno cantato musiche piene di energia e cariche di messaggi profondi). Balli, canti ed animazione in attesa del continuo flusso di giovani che entravano dalle varie porte d’accesso della spianata. Ti giravi e continuavi a vedere persone, persone, persone: eravamo tantissimi!!!E mentre le ore passavano il polso della piazza aumentava il battito e si faceva forte la trepidazione per l’arrivo di Benedetto XVI.
Al suo arrivo tanti battevano le mani, dopo il caldo sofferto ci siamo dimenticati di tutto e in noi c’era spazio solo per la gioia e la voglia di accogliere con calore il nostro amato Papa. E lui è arrivato, prima sorvolando Montorso poi nella papamobile, ha avuto un sorriso e un gesto di saluto per tutti! Giunto in mezzo a noi, quando ormai la piazza dell’Agorà era quasi completa è salito sull’altare/palco; ricordo di aver pensato alle moltitudini di uomini, donne e ragazzi che circondavano Gesù com’è descritto in molti passi del Vangelo: c’era gioia grande e una commozione che non ti spiegavi da dove proveniva.
E’ iniziata la veglia con testimonianze di giovani italiane molto toccanti e preziose, che continueranno a parlarci e poi riflessioni e domande. Al ritorno dall’esperienza dell’Agorà sento tanta gioia nel cuore. Siamo partiti nella gioia, come sempre è quando si è in compagnia, ma non ci aspettavamo di tornare con così tanta carica, con una bisaccia piena di doni: la moltitudine, un’organizzazione che ci ha fatto sentire importanti, le parole del Papa, lo stare insieme e conoscersi sempre di più.