L’altare scelto per costruire la nuova Mensa Eucaristica della nostra chiesa è della prima metà del diciottesimo secolo. La sua storia inizia a San Salvaro, nel periodo in cui la chiesa fu adattata allo stile barocco: tra le varie modifiche furono aggiunti due altari laterali. Uno dei due è proprio il nostro nuovo altare, allora dedicato a Sant’Eurosia; infatti nei restauri fatti eseguire da Don Giuseppe Trecca dal 1903 al 1909 i due altari laterali furono smantellati: uno fu venduto alla parrocchia di Sanguinetto (ed è ancora presente nella sacrestia della chiesa parrocchiale) e l’altro fu portato nell’oratorio della chiesa parrocchiale. Negli anni ’50 Don Dario Cordioli, volendo ampliare i posti in chiesa, trasferì la sacrestia dall’attuale cappella degli uomini all’oratorio.
L’altare che era “ad murum” perse così la sua funzione e divenne una credenza per suppellettili sacre. Ultimamente, negli anni ’80, Don Renzo Piccinato ripristinò l’oratorio chiamandolo “cappella dei giorni feriali” e quindi riportò l’altare alla sua funzione originale.
Come tutti ben sappiamo alla fine degli anni ’60 col Concilio Vaticano II ci fu la riforma liturgica, la quale tra le varie cose diede la possibilità che la Santa Messa fosse celebrata verso il popolo come già si faceva nelle quattro basiliche maggiori di Roma.
Anche nella nostra chiesa parrocchiale nacque così l’esigenza di un nuovo altare, e volendo temporeggiare per un progetto definitivo si scelse di costruire un altare mobile in ferro battuto. Quest’anno ricorrendo il 130° anniversario della consacrazione della chiesa parrocchiale si è voluto dar forma definitiva al progetto dell’altare.
Le norme liturgiche a riguardo dicono: “Nella chiesa vi sia di norma l’altare fisso e dedicato. Sia costruito staccato dalla parete, per potervi facilmente girarvi intorno e celebrare rivolti verso il popolo. […] La mensa dell’altare fisso sia di pietra naturale .”
Principi e norme per l’uso del Messale Romano, art. 262-263
Si decise perciò di prendere per la chiesa parrocchiale l’altare della cappella sia per la sua bellezza che ben s’intona col presbiterio, sia per il valore affettivo che lo lega alla storia del paese unendo in un solo luogo le due chiese cuore della nostra comunità.
Il significato dell’altare ci è trasmesso già dagli antichi padri della chiesa, i quali affermavano che “Cristo è altare, vittima e sacerdote”.
San Cirillo Alessandrino, De adoratione in Spiritu et Veritate
L’altare cristiano infatti raccoglie in se le due dinamiche del sacrificio e del convivio; infatti è costruito in pietra, ricordandoci gli antichi sacrifici del popolo d’Israele, ma allo stesso tempo avendo sopra le tovaglie ci ricorda la dimensione conviviale dell’ultima cena in cui Gesù diventa la vittima del Sacrificio e il nutrimento delle nostre anime. L’altare ci ricorda inoltre il banchetto eterno al quale un giorno tutti saremo chiamati.